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Stadtcasino di Basilea: il restauro che si sente ma non si vede

visitato il 24 marzo 2024.

È possibile restaurare un edificio storico per renderlo contemporaneo, senza disperderne l’identità? Una sfida complessa, che presenta il rischio di compromettere irrimediabilmente l’anima di una struttura, al quale è scampato lo Stadtcasino di Basilea, esempio sublime di rinnovamento nella tradizione. Scopriamo insieme perché.

La storica e centralissima sala da concerti di Basilea, costruita nel 1876, ha contribuito a promuovere e ad alimentare la vita culturale della vivace cittadina svizzera, già apprezzata dagli appassionati di arte contemporanea per il festival ArtBasel, che si tiene ogni anno a giugno. Nel corso degli anni lo Stadtcasino ha subìto diversi cambiamenti architettonici, ma dopo molti anni di attività anche le signore più raffinate hanno bisogno di un lifting, così dal 2016 al 2020 la sala da concerti ha subito un ampliamento e restauro delle parti storiche. 

L'intervento è stato affidato allo studio Herzog & de Meuron, i premi Pritzker che hanno realizzato capolavori come la Tate Modern di Londra, il Bird's Nest di Pechino, la sala da concerti di Amburgo o la Fondazione Feltrinelli a Milano, per citarne solo alcuni.


La sfida è stata quella di restaurare una sala storica senza snaturarla, completando l’ampliamento in perfetta sintonia con la facciata esistente. Il risultato finale ha superato le aspettative, ed è stato realizzato con una grazia e una misura che fanno sembrare il restauro più un’operazione da gioielliere svizzero che un progetto architettonico.

Oggi lo Stadtcasino è una sala da concerto ottocentesca in cui la tradizione è stata rivisitata, starei quasi per dire risvegliata, con discrezione ed eleganza. Niente gesti teatrali, nessun utilizzo del cemento a vista per mostrare le tecniche del XXI secolo, sebbene la struttura della sinuosa scala scarlatta e il solaio con l’apertura ovale a pavimento abbiano la struttura in cemento armato. Piuttosto, un gioco di incastri, restauri filologici come la riproposizione della carta da parati in broccato rosso, che riproduce quella dell’Opéra Garnier di Parigi, e piccole correzioni di prospettiva che hanno portato il vecchio Stadtcasino verso la perfezione acustica e formale.

Le nuove ali laterali sono così ben integrate che sembrano nate con l’edificio stesso. Gli interni storici sono stati smontati, restaurati in laboratorio, e rimontati con una precisione da fare invidia a un restauratore del Louvre. Un restauro che si sente, per l’ottima acustica, ma non si vede.

Tutto è stato migliorato, ma nulla è stato snaturato. L’ampliamento del volume offre ora nuovi spazi per i foyer adagiati su più livelli e adiacenti alla sala concerti, nonché nuove aree dedicate agli artisti e locali di servizio molto curati. Anche la più piccola Hans Huber Hall, ossia la sala da musica da camera, è collegata ai nuovi foyer.

Per accedere ai nuovi spazi si percorre la scenografica scala scarlatta, dalla quale si accede alla platea e al balcone della grande sala ottocentesca. Gli architetti hanno portato alla luce la vecchia facciata della sala da musica prospiciente la sala del foyer e l’hanno specchiata come una nuova parete esterna. Le pareti di fondo incorporano l’elemento a specchio utilizzato nel XIX secolo, e attraverso l’integrazione del soffitto a specchio conferiscono allo spazio maggiore profondità. Come un piano duplex, il foyer superiore si stacca dalle pareti perimetrali longitudinali creando continuità con il piano sottostante.

L’apertura ellittica realizzata sul solaio tra i due foyer illumina l’area centrale con un doppio lampadario appeso a una controsoffittatura a guisa di ombrello ellittico capovolto, mentre l’elegante panca che chiude l’apertura ellittica è formata da dodici nicchie che consentono al pubblico di conversare seduti.

La sensazione è quella di entrare in un luogo che parla di musica e storia. Il nuovo Stadtcasino è una lezione su come l’architettura contemporanea possa essere al servizio della memoria, e non viceversa.

L’elemento architettonico più caratteristico dell’intervento di restauro è l’avvolgente scala scarlatta, che collega i piani dell’edificio come un fiume ascendente di velluto color rubino. Le due ampie scale non fungono soltanto da punti di accesso, ma con le loro vetrate che separano il vano scala dai foyer invitano i visitatori a soffermarsi durante le pause dello spettacolo. Le pareti e il parapetto sono rivestiti con la carta da parati in broccato, fabbricata dall’azienda Manifacture Prelle di Lione, che a suo tempo aveva già tessuto per l’Opéra di Parigi, mentre il soffitto è rivestito da lastre metalliche argentee che riflettono il rosso delle pareti e del velluto del mancorrente. Le alzate e le pedate dei gradini sono rivestiti in parquet per dare continuità al pavimento delle sale, composto da mattonelle in legno a forma di losanga con venature alternate a sinistra e a destra, texture che richiama lo storico parquet a spina di pesce del Music Hall. Altra particolarità che caratterizza sia il vano scala, sia gli spazi comuni d’attesa sono i lampadari di cristallo a LED, dalla caratteristica forma che ricorda una parrucca. Il gioco di luci che i lampadari emettono sulle pareti e sui soffitti riflettenti in metallo argentato, amplificano artificialmente lo spazio, rendendo la volumetria molto accogliente.

Le foto della scala non riescono a trasmettere l’eco visiva di un’eleganza senza tempo, un’architettura che si snoda come un foulard di seta sventolato verso l’alto dal vento.

Il sublime risultato di questo progetto è stato quello di riportare lo Stadtcasino al suo antico splendore, ma attualizzandolo, con scelte raffinate e interventi tecnologici che ne hanno migliorato l’acustica, come il doppio serramento nella facciata su strada. Una scelta stilistica e una cura dei dettagli che fanno di questa sala da concerti un paradigma artistico e culturale.

Nel video: al violino Misia Sophia Iannoni Sebastianini, al pianoforte Jansen Ryser.

Alessandro Cutelli

Commenti

  1. Ogni descrizione, ogni analisi architettonica e visiva coinvolge oltremisura il lettore, come sempre! Complimentissimi!

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  2. Grazie! Da visitare certamente

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  3. Che splendido pezzo! Le descrizioni, così vive, unite al ricco corredo di foto, rendono degno merito all'opera.

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  4. Bellissimo, mi piace in particolare la scala!

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  5. Descrizioni vive, nitide, precise de eleganti, che portano il lettore a sentirsi fisicamente sul posto. Un restauro moderno, contemporaneo magnificamente storico. Complimenti Alessandro.

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  6. Ma
    Che meraviglia !!! Particolarissimo

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  7. Descrizioni così dettagliate riescono a suscitare vivide emozioni, sembra quasi di essere preso per mano e accompagnato lungo tutto questo spettacolare percorso.

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  8. Le foto allegate favoriscono la comprensione ed emozionano al tempo stesso. Un ottimo risultato per un restauro moderno ben descritto e interpretato con cura e precisione.

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