Il futuro può stare in un museo?
Il Museo del Futuro di Dubai
visitato il 31 marzo 2024.
Avete mai desiderato di esplorare l’universo per ammirare i frammenti d’infinito che galleggiano trai i corpi celesti? Per alcuni milionari viaggiare nello spazio è un'emozione già possibile, ma per la maggioranza degli abitanti del pianeta è e rimarrà un sogno, un'utopia. Al Museo del Futuro di Dubai, tuttavia, potreste rendere più verosimile quel sogno.
Inaugurato il 22 febbraio 2022 dalla Dubai Future Foundations, il museo è stato realizzato per interpretare il futuro della società emiratina nei prossimi decenni. L’architettura futuristica del museo richiama la Los Angeles di Blade Runner, andando però molto oltre, tanto che i suoi progettisti hanno voluto realizzare un vero e proprio museo vivente. Qui l’utilizzo di design high-tech e l’ardimento ingegneristico si spingono all’estremo per dare forma a una tra le più iconiche architetture del Mondo.
Situato lungo la principale
arteria stradale di Dubai, la Sheikh Zayed Road, l’edificio si compone di tre
elementi principali: una verde collina artificiale, che con la sua solidità
rappresenta la Terra in cui viviamo; la struttura a forma toroidale in
acciaio e vetro in cui mi sembra di trovare un richiamo alle rappresentazioni
dell’universo, data la sua natura tridimensionale e la forma ad anello chiuso;
e il vuoto ellittico posto al centro della struttura asimmetrica, che
potrebbe rappresentare il desiderio di andare oltre lo spazio finito per
esplorare e innovare il presente attraverso il talento e l’intelletto, come
l’atto di “bucare la tela” di Lucio Fontana che cercava un modo per creare
l’unione tra finito e infinito.
Realizzata dall’architetto sudafricano Shaun Killa, la struttura autoportante
sopraelevata risulta protetta da una “pelle tatuata” formata da pannelli di
acciaio inossidabile e fibra di vetro, insieme ad altri materiali avanzati, che
creano una facciata unica capace di integrarsi con la struttura diagrid
(sistema costruttivo formato da una griglia di elementi diagonali intrecciati per
creare una struttura triangolare o romboidale sulla superficie esterna di un
edificio) che sostiene i solai e i pannelli della facciata senza pilastri che
vanno ad occupare la pianta dell’edificio.
L’immagine di una pelle tatuata
deriva dal fatto che l’artista emiratino Mattar bin Lahej ha realizzato
sulla parte esterna dell’edificio una sorta di calligramma attraverso l’uso
della calligrafia araba, riportando tre componimenti poetici ideati dall’emiro
di Dubai. I versi recitano: “Il futuro appartiene a coloro che possono
immaginarlo, progettarlo e realizzarlo. Non è qualcosa che si aspetta ma si
crea”; “Potremmo non vivere per centinaia di anni, ma il prodotto della
nostra creatività può lasciare un’eredità che dura molto più di noi”; “Il
segreto del rinnovamento della vita, dello sviluppo della civiltà e del
progresso dell’umanità è in una parola: innovazione”.
L'uso di questa calligrafia dà luogo a tante piccole finestre, come se fossero disposte a nastro, con una complessità che testimonia la combinazione di tecnologie avanzate e modellazione 3D in fase di progettazione dell’opera. I pannelli della facciata, in acciaio inox e pannelli in fibra di vetro rinforzata, sono stati fabbricati da robot e il disegno è stato possibile grazie all’uso di strumenti BIM (Building Information Modeling), ovvero dei software che permettono di creare modelli 3D intelligenti, integrando informazioni dettagliate relative agli elementi costruttivi dell’edificio.
Sin dalla fase di progettazione il Museo del futuro di Dubai punta ad una sorta di supremazia tecnologica, evidenziando la
trasformazione della società contemporanea in società tecnocratica.
Il messaggio tramesso dal
grande occhio sullo skyline avveniristico di Dubai è che la scienza e la
tecnologia possano portare alla creazione di un’umanità migliore con
un’economia globale più forte, anche grazie all’uso dell’intelligenza
artificiale e della realtà aumentata.
Lo stupore che coglie il visitatore di fronte ai 78 metri della struttura metallica e ai sette piani dell'edificio alimentati da 4.000 MW di energia solare, è solo la prima emozione vhe regala questo museo; l'area espositiva, infatti, comprende diversi livelli sotterranei. Ciascun
piano del museo è ideato come un vasto set cinematografico che interagisce con
il visitatore attraverso realtà aumentata, tecnologie visionarie e
ambientazioni multisensoriali. I temi principali sono il futuro dei viaggi e
della vita nello spazio, i cambiamenti climatici e l’ecologia, la salute, il
benessere e la spiritualità.
Varcata la soglia
dell’edificio, si accede al grande atrio della biglietteria, dove un ascensore la cui forma ricorda
quella di una navicella spaziale, con tanto di suoni e colori, conduce alla prima parte del museo. Usciti dalla cellula spaziale si può interagire con astronavi, satelliti e tecnologie
spaziali per mezzo di video interattivi e attività immersive.
La seconda area museale è dedicata alla ricostruzione dell’ambiente naturale e al cambiamento climatico, con l'esposizione di tutte le specie animali e vegetali, comprese quelle estinte. Si passa quindi alla zona più rilassante del museo, ossia quella dedicata alla riflessione, alla meditazione e ai desideri da vivere. Qui è possibile fermarsi in uno degli spazi dotati di divani e lunghe sedute per meditare senza essere disturbati. Il tema conclusivo dell’ampio spazio espositivo è dedicato alle tecnologie innovative già realizzate, in cui si possono ammirare droni, robot umanoidi, vetture futuristiche, protesi robotiche e tanto altro.
In sintesi, potremmo dire che
il museo del Futuro si interroga su come potrebbe evolvere la nostra società
grazie all’innovazione scientifica e tecnologica ma, dopo un comprensibile
effetto wow, ci chiediamo: finiremo per preferire la tecnologia all’umanità?
Preferiremo le relazioni con le macchine a fronte di quelle con le persone? Ci
accontenteremo di conversare con degli assistenti digitali e di mangiare cibo
prodotto da una stampante 3D? Questo forse no, essendo italiani!
Senza nulla togliere alle meraviglie della tecnologia esposte al Museo del futuro di Dubai, non possiamo non domandarci come potremo preservare le nostre qualità umane, le nostre conoscenze, abilità e competenze in una società sempre più dominata dall’intelligenza artificiale? Il museo testimonia che il sapere tecnologico ha ormai raggiunto un enorme potere, ma noi ci chiediamo fino a quando questa innovazione sarà compatibile con la libertà umana.
Prometeo aveva rubato il fuoco
agli Dèi per aiutare gli uomini a difendersi dal freddo e dalle avversità, ma
la tecnologia e il sapere scientifico da sole non salvano il Mondo, la tecnica ha
bisogno di persone e di una politica capace di costruire un nuovo umanesimo
tecnologico.
Forse il futuro non può stare
in un museo perché per definizione il futuro rappresenta il domani; tuttaviaresta il fatto che una visita a questa finestra aperta sul domani ci obbligherà a porci quesiti fondamentali per il nostro futuro. Sarà inoltre molto stimolante se vissuta in famiglia o con
amici per apprezzarne l’architettura futuribile che è entrata nella lista dei
monumenti iconici di Dubai, accanto al grattacielo Burj Khalifa, alla ruota
panoramica Ain Dubai e alla famosa vela sulla spiaggia, il Burj Al Arab.
Recensione che stimola la mente in pensieri che vanno oltre la quotidianità e a temi sempre più attuali. Precisa e ben dettagliata.
RispondiEliminaAlessandro è capace di trasportarli nelle sue analisi delle opere e trasmettere le sue stesse emozioni non che le sue tante nozioni di arte.
RispondiEliminaBravo
Sempre un piacere leggere le sue recensioni. Ti trasporta nei luoghi con una dovizia di particolari. Bravo
RispondiEliminaLeggere questo articolo è come essere trasportati a Dubai per vivere concretamente il suo contenuto e le sue nozioni architettoniche. Complimenti Alessandro.
RispondiEliminaChe spettacolare recensione di viaggio! O di filosofia? In ogni caso, qualcosa che fa bene alla mente... Grazie Alessandro
RispondiElimina